Scusate il disturbo

SCIAMMARITA E LE BESTEMMIE DI PASQUALE

Che si dica, che si sappia. Si faccia passaparola, anche con e-mail, sms e telefonate. Si gridi da nord a sud, da est a ovest di Biancavilla. La zona artigianale si farà! La Regione Siciliana ha finanziato il progetto per oltre 1 milione di euro. Verrà realizzato all’uscita del paese, verso Santa Maria di Licodia, in contrada Sciammarita (tristemente nota per lo scandalo politico-giudiziario di inizio Anni ’90).
L’artefice di questo “storico” successo amministrativo -si urli ai quattro venti- non è stata l’amministrazione comunale né il sindaco Mario Cantarella. Ma una sola persona: Pasquale Lavenia. L’assessore con delega allo Sviluppo economico e all’Artigianato è impegnato in un tour promozionale sull’obiettivo raggiunto. Dalla tv ai giornalini locali, Pasquale snocciola numeri e sottolinea l’importanza della creazione di un’area da destinare agli impren(t)itori ed artigiani biancavillesi. Su Nuovapolis, periodico gestito dalla Destra di Adrano, si è spinto persino a farsi da sé un’intervista: un’acrobazia giornalistica di craxiana memoria tramite la quale ha pure bollato di “immoralità” i sindacalisti locali per la loro disattenzione verso il lavoro in nero. Su Video Star, invece, è apparso con il proprio deputato di riferimento, l’on. Lino Leanza, ed il proprio rappresentante in Consiglio Comunale, Francesco Nicolosi. Il messaggio implicito di Lavenia è chiaro: «Se siamo qui, noi tre, vogliamo evidenziare il fatto che la zona artigianale è un risultato raggiunto grazie non all’intera amministrazione comunale, non al sindaco, non al Movimento per l’Autonomia, ma alla mia correntuccia che fa capo all’on. Leanza, che è stato determinante con la sua spintarella (si usa così, non fateci caso) a finanziarci il progetto». Per i distratti che si fossero persi la trasmissione, un manifesto affisso per le vie cittadine (siglato Mpa, ma pagato da Lavenia, che su questo fronte non bada a spese) ha fatto sapere dell’interessamento di Leanza verso Sciammarita. Conoscendo l’acuta permalosità di Mario Cantarella in fatto di apparizioni medianiche, si può immaginare l’ira del primo cittadino per la fuga in avanti del proprio assessore, il più “indisciplinato” in materia.
Nulla di strano, si intende. E’ nel diritto di ogni amministratore amplificare, pubblicizzare, gonfiare, ingigantire la propria azione.
Poco importa se non si dica che in provincia di Catania, oltre Biancavilla, anche altri dodici comuni, su un totale di quasi 120 centri in tutta la Sicilia, hanno avuto un finanziamento per le aree artigianali. Poco importa se i fondi riservati a Biancavilla siano inferiori persino a quelli erogati per Santa Maria di Licodia o Camporotondo. Poco importa se ci si dimentica di accennare che anche la precedente amministrazione ha riempito il capitolo di bilancio relativo alla voce “zona artigianale”.
Ciò che conta è che il popolo biancavillese, i cittadini tutti, dalla Sajola a Sopra l’Orto, dalla Casina a Sberno, da Spartiviale a Badalato, sappiano che Pasquale Lavenia ha fatto arrivare i soldi per Sciammarita. Peccato, però, che accanto al tam-tam propagandistico messo in atto dall’assessore, si innestino (basti andare dal salumiere, dal barbiere, al supermercato, dal benzinaio, al bar, in pizzeria) dicerie e malignità che, all’orecchio di Pasquale, saranno giunte come un fischio ininterrotto.
E’ proprio così. Il riferimento è alla perpetuazione, da parte di Lavenia, di una tattica glissante sulle osservazioni relative al suo conflitto di interesse nella zona artigianale, alla confusione, cioè, tra il suo ruolo pubblico e i legami di parentela con uno dei proprietari del terreno di Sciammarita (esteso per quasi 250mila metri quadrati) interessato all’esproprio per la realizzazione dell’area da parte del Comune.
E’ normale da un punto di vista etico-politico e politico-amministrativo -ci si chiede- che un amministratore continui ad occuparsi direttamente delle carte e dell’iter dell’area artigianale visto che il suo impegno, certe sue firme, i suoi viaggi a Palermo e le sue pressioni politiche porteranno, oltre alla creazione di una zona per le attività artigianali, anche un beneficio tutt’altro che irrilevante ad un suo cognato?
La gente di Biancavilla e persino esponenti del Centrodestra, questo si chiedono. Senza però avere una risposta. Certo, di fronte all’indifferenza berlusconiana e cuffariana su etica politica e giustizia (alla quale gli italiani e i siciliani si sono purtroppo abituati), il caso Lavenia sembra una microscopica situazione conflittuale di un amministratore di provincia. Ma qui, a Biancavilla, per i biancavillesi, l’assessore è chiamato a pronunciarsi, anche se nessuno, almeno sul piano formale, vuole incalzarlo.
Già. Se si esclude «quel solito rompicoglioni di Fiorenza» (grazie infinite, è il migliore complimento che un giornalista possa ricevere!) nessuno intende squarciare il muro di ipocrisia che ruota attorno a Sciammarita. Nemmeno la cosiddetta Sinistra (comunista o riformista, rurale o salottiera, partitica o sindacale), che un tempo si mostrava rigorosissima sulle questioni etiche in politica e che ora si limita a diffondere notizie su presunti rinvii a giudizio di sindaco ed assessori o inchieste della Procura e della Guardia di Finanza, rimanendo impassibile, però, persino quando viene accusata di immoralità. Un termine che, pronunciato da Pasquale Lavenia, suona come una bestemmia.
Vittorio Fiorenza

SCIAMMARITA E LE BESTEMMIE DI PASQUALEultima modifica: 2005-09-25T20:20:00+02:00da
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