Scusate il disturbo

LA POLITICA LOCALE IN SALA D’ATTESA

Per dirla come Pietrangelo Buttafuoco, finirà così. Finirà che il sindaco Mario Cantarella proverà a rammendare gli strappi, a ricostituire una maggioranza, a ribtabilire una giunta formata da sette assessori. Con ogni probabilità, in termini aritmetici, ci riuscirà. E allora sì che si sprecheranno le parole di circostanza sulla «ritrovata solidità della coalizione». Sarà l’apoteosi del frasario buonista intrecciato alla propaganda di Palazzo che celebrerà «la nuova compagine, che porterà il Centrodestra unito e compatto alla scadenza elettorale del 2008».
Chi è lontano dalla politica, magari ci crederà. Chi, invece, non si ferma ai pronunciamenti retorici, non può non comprendere che Mario Cantarella e il Centrodestra stanno vivendo un passaggio delicato, forse determinante per i giochi elettorali che da qui a poco si apriranno.
Ma stiamo ai fatti. “Scusate il disturbo” si colloca tra coloro che ormai da parecchio tempo auspicavano una presa di posizione forte da parte del primo cittadino sullo stato di crisi perenne della coalizione. A più riprese abbiamo chiesto al sindaco di «fare qualcosa». Per troppo tempo, Cantarella ha preferito l’immobilismo, la non-azione, l’attendismo, il mediazionismo vuoto e irritante, teso a mettere, paradossalmente, gli uni contro gli altri (manco fosse un democristiano di vecchio stampo). Adesso si è mosso. L’azzeramento della giunta non è cosa da poco. E’ una scelta radicale, non una semplice operazione di chimica politica. Gli effetti, però, sono ancora sconosciuti. E nessuno si azzarda a fare delle previsioni. Per questo, sospendiamo ogni giudizio su questa mossa e attendiamo gli sviluppi, che forse dovremmo notare già ad inizio di questa settimana.
Ci sono degli aspetti, tuttavia, che sono fin da adesso ben chiari e definiti. Fin troppo. Arrivati a questo punto (mancano 15 mesi all’ora X), in ballo non ci sono più la vicesindacatura, un assessorato, un incarico professionale, il direttore artistico o l’addetto stampa (ne parleremo, ne parleremo). C’è in gioco un malloppo ben più importante. Si chiama ri-can-di-da-tu-ra. Per il momento è un tabù. Ma è solo questione di mesi. Non è un caso che Giovanni Bonanno, neopresidente del Circolo territoriale di Alleanza Nazionale, ha esordito nel suo ruolo di successore di Vincenzo Randazzo, annunciando la costituzione di un tavolo tra gli alleati per siglare l’intesa per il secondo mandato di Cantarella.
Legittimo, naturale, ovvio: Bonanno è a capo del partito del sindaco. Ma è indicativo che nessun esponente della coalizione si sia premurato ad assecondare immediatamente una proposta che, come nel caso di Pietro Manna nel 1998, in genere è automatica, senza discussioni.
Se ascoltiamo ciò che nella pubblica via si mormora, la candidatura di Mario Cantarella (nel 2003 imposta da Catania o calata da Bronte, a seconda dei punti di vista) dovrebbe non essere bissata. In piazza -lo sappiamo- si fa molto gossip, molta fantapolitica. Tra chiacchiericci e fugaci battute a denti stretti, però, spesso si cantano le grandi verità che nelle stanze del Palazzo o, come si diceva un tempo, nelle segreterie di partito non ci si sognerebbe neanche accennare. E secondo i ben informati, le sorti del primo cittadino sarebbero state già decise o quasi.
Noi rimaniamo scettici. E’ troppo presto: la politica locale è ancora in sala d’attesa. E molte incognite del Centrodestra biancavillese sono legate alle variabili della politica sovracomunale. Cantarella può sperare. E poi, dalla sua parte, ha al momento una chance non di poco conto: la nullità di un Centrosinistra amorfo e anonimo. Altalenante tra centristi ridotti a fantasmi incapaci di esprimere sé stessi e “sinistrati” ancora ibernati e scioccati dall’esito elettorale, pietosamente combattuti da quel dilemma shakespeariano che ha bloccato il calendario dei “compagni” a tempi remoti: Pietro Manna o Pippo Glorioso? Ma questa è un’altra storia.
Vittorio Fiorenza

LA POLITICA LOCALE IN SALA D’ATTESAultima modifica: 2007-01-21T17:35:00+01:00da
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