Scusate il disturbo

ANNO TERZO, PROPAGANDA A RETI UNIFICATE

Pretendere che in una trasmissione televisiva a pagamento, commissionata dal Comune, per “relazionare” sull’attività della giunta Cantarella, si parli anche delle ombre di un operato triennale è decisamente insensato. Si tratta, in fin dei conti, di uno spazio autogestito di informazione pubblicitaria o -a volere essere meno “svizzeri”- di comunicazione istituzionale, con tanto di sigla musicale tratta da “Mulino Bianco”. Certamente interessante, da seguire, da ascoltare. Ma da non confondere con l’approfondimento giornalistico, che impone un contraddittorio e una descrizione dei fatti completa. Sorvolare, però, su alcune importanti contestazioni (a cominciare dalla condotta etica di certi assessori) e definire banalmente, come ha fatto il sindaco, “sciocche”, “stupide”, “chiacchiere” tutte le osservazioni critiche mosse nei suoi confronti, non serve a cancellare gli aloni amministrativi. Semmai li rende ancora più ampi ed evidenti. Ma è andata così. Ospite degli studi di Video Star e Tva, a colloquio con Agnese Virgillito ed Enrico Indelicato, il capo dell’amministrazione biancavillese ha sentito il dovere (giusto) di parlare ai suoi cittadini sulle cose fatte. Che dire?
Se qualcuno conserva ancora il materiale elettorale prodotto da Mario Cantarella, non potrà non accorgersi che buona parte del proprio programma è stata portata a compimento. E’ ingiusto, quindi, Pietro Manna quando, da queste pagine, sostiene che l’amministrazione non ha fatto niente. L’ex primo cittadino non ha, però, tutti i torti sugli umori dei biancavillesi, per nulla sfavillanti, sulla giunta Cantarella. Su questo aspetto, ovviamente, si può discutere per ore. Non a caso, buona parte dei commenti presenti in questo sito sono orientati in tale direzione. La questione, però, non è questa.
Il punto è: perché, nonostante l’oggettività di certi traguardi, la popolarità di Cantarella e della sua giunta -bisogna riconoscerlo con altrettanta oggettività- non è tangibile, non è riscontrabile? Proviamo a rispondere, precisando anzitutto che non è un “problema di comunicazione e visibilità”, come in più occasioni sindaco ed assessori hanno fatto intendere. Affermare una simile cosa significa bestemmiare, dal momento che questa amministrazione, più di ogni altra nella storia di Biancavilla, ha investito in redazionali, Pubblikompass, volantini, brochure, dirette televisive, spazi autogestiti, manifesti, ritagli pubblicitari in ogni dove, dai quotidiani regionali fino alle testate giornalistiche locali, comprese quelle illegali e abusive, stampate su fotocopie e distribuite tra pochi intimi.
E allora: perché la giunta Cantarella non gode di ampia popolarità tra la gente? Sono diversi, i fattori. Ne individuiamo tre.
Il primo motivo è da ricondurre all’imponente bagaglio di promesse riempito dagli illustri consiglieri di opposizione targata Lavenia-Portale-Pennisi- Zammataro. La gente ha creduto alle loro arrabbiature in tv, ai loro volti indignati per la “malapolitica” di Manna, ai loro interventi in Aula, ai loro volantini, alle loro mozioni «per il bene di Biancavilla». Peccato che una volta entrati nella stanza dei bottoni, non sono stati coerenti e lineari con nessuno dei loro proclami. La stessa “gente” lo ha ormai ben capito. Peccato, almeno per questo aspetto, che a subirne le conseguenze sia un incolpevole Mario Cantarella, bersaglio inconsapevole delle “ritorsioni” a quella politica bugiarda, seminatrice di odio.
Il secondo motivo, però, chiama in causa responsabilità dirette del primo cittadino. Riguarda la parola magica con cui ha vinto le elezioni: “cambiamento”. L’impressione è che il concetto di “cambiamento” proposto da Cantarella sia ben diverso da quello recepito dagli elettori. Questi ultimi pretendevano forse un cambiamento nello stile dell’amministrare la cosa pubblica: eliminazione dei favoritismi, chiarezza negli equilibri politici, una giunta senza “sperti”, una maggioranza di buon senso. Poi, però, ci ritroviamo, tanto per fare qualche esempio, certe facce anziché altre nel sottobosco di incarichi, affidamenti e cortesie varie, un continuo cambio di casacche interne alla maggioranza pur di fare le scalate di poltrone, assessori-acrobati che si esibiscono in straordinarie piroette e si offrono al miglior consigliere pur di rimanere in pista, assessori con deleghe ai “terreni di famiglia”, consiglieri che per “maggiore dignità” vogliono lo stipendio. Ma che “cambiamento” è questo? La gente comprende benissimo, altra ondata di delusione.
Terzo elemento sfavorevole alla popolarità di quest’amministrazione ricade forse sul carattere personale del sindaco. Non una colpa, ovviamente, ma un fattore influente. Mario Cantarella appare distaccato, burocratico, lontano dai cittadini, (rin)chiuso nella sua stanza. I biancavillesi erano stati abituati, invece, al sindaco che andava in tv non per parlare in senso unidirezionale, ma a fare il “filo diretto”, senza scaletta e senza filtri, a costo di insulti e pernacchie. Trasmissioni dai contenuti trash, se si vuole, ma nelle quali ogni cittadino, di ogni quartiere e di ogni mestiere, poteva “toccare” il Sindaco per chiedergli di risolvere tutta una gamma di problemini o semplicemente per avere uno scambio di battute. Un modo efficace ed efficiente di stare tra la gente. Adesso, chi vuole avere l’onore di scambiare due parole con Cantarella, deve fare quasi carte bollate e prendere il numero come al supermercato.
Sono aspetti, questi, che incidono in una comunità sulla percezione dell’immagine degli amministratori. Ma non sempre vengono tenuti in considerazione. E’ possibile, si chiedono spesso i fedelissimi del sindaco, a cominciare dal presidente di An Vincenzo Randazzo, che si mettano sullo stesso piano di importanza e di valutazione “banali” comportamenti politici con importanti risultati amministrativi? E’ per esempio giusto attribuire lo stesso peso, ai fini della formazione di un giudizio sull’operato della giunta comunale, alla “malacomparsa” accumulata durante la stagione teatrale (ingresso libero o a pagamento?) e al risultato dell’erogazione dei fondi per Sciammarita? La risposta è sì.
Può sembrare strano, impossibile, ingiusto, ma vicende come quella della “bufala” subita dal Comune per il Festival Drink o della spartizione di “Bianca… Pizzeggiando” possono oscurare irrimediabilmente l’immagine di un’amministrazione più di quanto possano illuminarla 10milioni di euro di lavori pubblici o la “storica” assunzione di 30 Lsu. E’ un meccanismo che spesso gli amministratori trascurano, ma che è ben conosciuto da sociologi della comunicazione e sondaggisti.
Afferma Vincenzo Randazzo: «Il consenso? Ci interessa quello immediato… ma teniamo di più a quello della storia». Certo: parole sagge, altisonanti. Affidarsi alla comprensione dei cittadini quando si ritiene di avere amministrato bene è un atto di sincerità e buona fede, ma presuppone un elettorato maturo, partecipe, informato, competente. Appunto. Ribadiamo un concetto già espresso: qui siamo a Biancavilla, non ad Oslo.
Vittorio Fiorenza

ANNO TERZO, PROPAGANDA A RETI UNIFICATEultima modifica: 2006-06-22T19:55:00+02:00da
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