DA QUESTA SETTIMANA “SCUSATE… L’OSPITE”

Da questa settimana, “Scusate il disturbo” apre le porte ad interventi esterni di autorevoli commentatori. D’ora in avanti, in parallelo alle normali pubblicazioni del blog, i visitatori potranno trovare contributi speciali, che pur da posizioni diverse, affronteranno tematiche e problematiche sulla vita politica locale, comunque legati a fatti e notizie di Palazzo.
La nuova rubrica, “Scusate… l’ospite”, viene inaugurata dal prof. Alfio Pelleriti, che offre uno spunto di riflessione sul «silenzio assordante» che a Biancavilla ha caratterizzato la giornata del 25 Aprile, occasione di celebrazione per i 60 anni della Liberazione dal Nazifascismo, praticamente “dimenticata” dai nostri amministratori (gruppi di minoranza compresi).
A distanza di nove mesi dall’apertura di questo blog (un periodo nel quale sono state superate sorprendentemente ben 45mila visite), “Scusate… l’ospite” vuole essere un ulteriore spazio di dibattito e di analisi critica per sollecitare (almeno sul web) quella pubblica opinione che a Biancavilla risulta spenta e apparentemente disinteressata.
Nella colonna a destra potete notare il banner sulla nuova rubrica con un menù a ventaglio, che nelle prossime settimane si riempirà di altri titoli. Basta cliccare sull’argomento desiderato per essere rimandati alla “pagina dell’ospite” per leggere, riflettere e commentare.
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Buona lettura

REVISIONE DEI CONTI… SUI DUE FRONTI

La metodologia e le scelte compiute dalla maggioranza di Centrodestra per la recente elezione dei revisori dei conti la dicono lunga sulla filosofia del cambiamento, tanto cara al sindaco Mario Cantarella e ai suoi sostenitori più stretti. Sul rinnovo del collegio, il consiglio comunale ha dato dimostrazione di tattiche vecchie, ricattatorie, in contrasto con la presunta linea innovativa perseguita dalla coalizione di governo. Per la scelta delle nuove figure “tecniche”, le forze del Centrodestra, per diverse settimane, non sono state capaci di giungere ad un accordo con la conseguenza che sono state bruciate parecchie sedute consiliari, si sono avute sospensioni a ripetizione, si è assistiti ad uno sgradevole spettacolo di veti incrociati e tira-e-molla. Alla fine, l’intesa è arrivata su Antonio Rapisarda, indicato dall’Udc, Giuseppe Privitera, ex amministratore socialista ora in quota Forza Italia, ed Alfio Rizzo, un tempo pare vicino agli azzurri, poi ad Antonio Portale, il cui nome sembra essere stato avanzato ora dai consiglieri Alfio Furnari, Gaetano Paternò, Giuseppe Salvà e Vincenzo Papotto, accontentati per placare la loro esigenza di manifestare il proprio peso sulle scelte della maggioranza.
Tre professionisti di indubbie qualità, ma indicati soltanto dal Centrodestra, non a caso eletti in assenza dall’aula di Ds, Riformisti e Margherita. Così com’era già avvenuto, dunque, per l’elezione dell’avv. Antonio Cunsolo quale difensore civico, la cui militanza attiva in Forza Italia aveva funto da requisito determinante per la sua scelta, dettata da logiche di spartizione partitica, anche nel caso degli attuali revisori dei conti, l’appartenenza o le simpatie politiche hanno fatto la differenza.
Intendiamoci: anche i revisori uscenti erano stati scelti per logiche politiche. Ma mentre due componenti erano stati indicati dall’allora maggioranza di Centrosinistra (Salvatore Sangiorgio dai Riformisti e Alfio Magra dalla Margherita), il terzo, Antonio Scandurra, per due volte consecutive, era stato “lasciato” all’Udc, in “rappresentanza” dell’allora opposizione di Centrodestra. Un dettaglio non da poco. Già, perché allo stato attuale, la minoranza, già limitata nella sua azione (anche per volontà propria), si ritrova estraniata da importanti organismi di controllo.
Per impedire che questo accadesse -è necessario dirlo- il Centrosinistra ha però tenuto un comportamento politico di basso profilo, tanto da sfiorare spudoratamente l’inciucio con segmenti della maggioranza. Ci sarebbero stati dei contatti, pare, tra Alfio Magra e l’assessore ai “(Non) Rapporti con il Consiglio comunale”, Pasquale Lavenia, per tentare una riconferma del revisore uscente, omonimo del capogruppo della Margherita. Tentativi avallati dai Ds, ma snobbati dai Riformisti, che hanno esplicitamente espresso il proprio veto politico su un’eventuale possibilità di riconferma del professionista. Una possibilità, peraltro, soltanto sfiorata, per la quale la Quercia ha persino bloccato la distribuzione di un volantino (già scritto) sull’okkupazione del collegio dei revisori da parte del Centrodestra, nel tentativo (risultato inutile) di non chiudere lo spiraglio con il fronte della coalizione di governo.
Tutti movimenti che, all’interno della minoranza, si sono svolti, però, in maniera poco trasparente. Non si tratta, quindi, di una legittima e sacrosanta pretesa delle forze di opposizione ad esprimere e fare passare un proprio candidato con una richiesta ufficiale e pubblica, che avrebbe dovuto coinvolgere anche i soggetti politici del Centrosinistra extraconsiliare (Rifondazione comunista e Italia dei Valori). Ma è sembrato, piuttosto, un tentativo messo in atto da un gruppo ristretto, circoscritto ai Ds e alla Margherita, fatto di contatti non alla luce del sole con l’assessore Lavenia (ecco perché è possibile parlare di inciucio sfiorato), all’insaputa di tutte le altre forze di opposizione, interne ed esterne al Palazzo. Un tentativo, peraltro, con una finalità politica incomprensibile, che non serve certo a rimarginare le fratture del Centrosinistra, la cui unità è auspicata da più parti, ma che nessuno muove un dito per avviare quella chiarificazione post-elettorale, vero punto di partenza per ricompattare lo schieramento.
Ecco, la vicenda dei revisori dei conti ha mostrato ancora una volta la confusione di intenti delle opposizioni, che inevitabilmente, al momento del voto, hanno preferito uscire dall’aula, senza neanche avanzare una propria candidatura, seppure di circostanza.
La scelta dei componenti dell’organismo di controllo finanziario, economico e contabile ha evidenziato anche, dall’altro fronte, i malumori di ampi settori del Centrodestra, praticamente tagliati fuori dalle scelte politico-amministrative. Chi pensa che la “concessione” di un revisore dei conti a quattro consiglieri insoddisfatti possa soffocare i mugugni, sbaglia di grosso. Anche perché, già un minuto dopo l’elezione dei tre professionisti c’era già chi smentiva qualsiasi sponsorizzazione verso il rag. Rizzo. L’esigenza di un rimpasto di giunta è avvertita più che mai. Da An a “Modernizzazione e Lavoro”, da “Rinascita democratica” all’indipendente Gaetano Paternò, sono insistenti le richieste di un ingresso in amministrazione. Da non sottovalutare, poi, le incognite di alcune, singole posizioni interne, per esempio, a Forza Italia o ad Alleanza Nazionale. Questioni alle quali va aggiunta la messa in discussione del peso (eccessivo) rappresentato dalla parte di Antonio Portale.
E’ un equilibrio formale, in realtà precario, insomma, quello della coalizione di Centrodestra. Toccherà al sindaco intervenire perché certe fessure non si trasformino in falle. Ma Mario Cantarella intende rinviare il più possibile qualsiasi intervento. Il motivo? Banale: conquistare il record dell’amministratore siciliano che, dalla sua elezione, non ha cambiato nessun assessore. Poi, se questo rinvio a risolvere i problemi interni alla sua maggioranza, si ripercuote in negativo sull’efficienza politica ed amministrativa, poco importa. Contento lui…
Vittorio Fiorenza